La Legge di Bilancio 2022 ha confermato il Bonus assunzioni under 36, una misura introdotta nel 2021 con lo scopo di incentivare le aziende ad assumere giovani con meno di 36 anni. Vediamo come funziona questo incentivo e chi può beneficiarne.
Come funziona il Bonus assunzioni under 36?
Grazie a questo bonus, le aziende possono richiedere agevolazioni per assunzioni di giovani fino a 35 anni che non sono mai stati assunti a tempo indeterminato. L’agevolazione viene concessa anche per i contratti che dal tempo determinato passano al tempo indeterminato nel biennio 2021-2022.
Il Bonus viene erogato sotto forma di esonero contributivo integrale, e viene concesso per una durata massima di 3 anni e con un tetto massimo di 6.000 euro l’anno, ripartito su base mensile. Se invece l’azienda si trova in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria o Sardegna, il Bonus avrà una durata massima di 4 anni, al fine di incentivare le assunzioni al sud. L’incentivo riguarda anche le aziende in crisi.
Chi sono i beneficiari del Bonus assunzioni under 36?
Il Bonus assunzioni under 36 può essere richiesto da tutte le aziende che assumono giovani, a patto che rispettino i seguenti requisiti:
- non devono aver mai avuto un’occupazione a tempo indeterminato;
- hanno un’età massima di 35 anni.
Ma anche l’azienda deve rispettare determinate condizioni per poter accedere al Bonus. In particolare, non deve effettuare licenziamenti per giustificato motivo nei 9 mesi successivi all’assunzione e, allo stesso modo, non deve aver licenziato lavoratori inquadrati con la medesima qualifica nei 6 mesi precedenti all’assunzione. In caso contrario, il datore di lavoro perde il Bonus e dovrà restituire quanto ricevuto.
Restano esclusi dal beneficio i contratti di apprendistato; le prestazioni di lavoro occasionale; i contratti di lavoro a chiamata; i contratti di lavoro domestico e le prosecuzioni di contratti al termine del periodo di apprendistato.
Quali aziende possono richiedere il Bonus?
Possono richiedere il Bonus assunzioni under 36 tutte le aziende del settore privato, anche in fase di crisi, comprese quelle del settore agricolo e che rientrano nelle seguenti categorie:
- Enti pubblici economici;
- Consorzi di bonifica;
- Consorzi industriali;
- Enti che per effetto dei processi di privatizzazione si sono trasformati in società di capitali, ancorché a capitale interamente pubblico;
- Aziende speciali costituite anche in consorzio;
- Ex IPAB trasformate in associazioni o fondazioni di diritto privato, in quanto prive dei requisiti per trasformarsi in ASP, ed iscritte nel registro delle persone giuridiche;
- Istituti autonomi case popolari trasformati in base alle diverse leggi regionali in enti pubblici economici;
- Enti morali;
- Enti ecclesiastici.
Restano escluse dal bonus Pubblica Amministrazione e organi statali; Università pubbliche e private; Regioni; Province; Comuni; Città Metropolitane; Amministrazioni, aziende e enti del Servizio sanitario nazionale; Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni; Agenzie di Governo; aziende sanitarie; Banca d’Italia, Consob e Autorità Indipendenti qualificate come amministrazioni pubbliche.